Mi chiama Anna, nome di fantasia, per chiedermi di sostenerla nel ritorno a casa dopo il parto per qualche tempo. “Potresti venire a casa mia qualche giorno in questo primo periodo? Però”, aggiunge, “io non allatto, ho preso la pastiglia che fa andare via il latte”.
La pastiglia di cui parla Anna è costituita da Cabergolina. Il suo compito è quello di inibire la produzione di prolattina, l’ormone che permette la produzione del latte. Il suo effetto è irreversibile ed efficace. Solo in pochissimi casi, donne molto, molto determinate e pentite della scelta, riescono riprendere la lattazione dopo parecchi giorni dalla somministrazione del farmaco.
Certo che ci sono Anna! Le rispondo senza indugio. Diventare mamme richiede sempre un sostegno.
Al nostro primo incontro abbiamo parlato per quasi un’ora. Anna e suo marito, un uomo curioso e desideroso di condividere con la moglie l’accudimento del bambino, mi hanno fatto molte domande sull’allattamento artificiale.
Le prime domande molto tecniche: “devo sterilizzare il biberon ogni volta?” No, non è necessario. Puoi sterilizzare il biberon e le varie tettarelle e ciucci anche solo una volta al giorno. Tutte le volte che le usi però devi lavarle molto bene con acqua calda e sapone e metterli ad asciugare a testa in giù su un ripiano pulito.
“In ospedale ci hanno detto di aumentare gradualmente la quantità di latte, ma il pediatra che abbiamo visto questa mattina, dopo aver pesato il bambino, ci ha detto di rallentare. Come capiamo quanto latte dargli?” A differenza dell’allattamento al seno, quando si usa il biberon si può vedere e decidere la quantità di latte che il neonato dovrà assumere. Ci sono delle indicazioni generali da seguire: si comincia i primi giorni in ospedale con pochi ml di latte e ogni giorno si aumenta la quantità di latte di 10 ml circa. Fino ad arrivare al termine della prima settimana a somministrare circa 70 ml per poppata. Le poppate andrebbero distanziate con intervalli di almeno 3 ore, 3 ore e mezza. Nella seconda settimana si può incrementare fino a 100 ml a poppata. Questa quantità resta di norma invariata per tutto il primo mese. Ovviamente, innanzi tutto, ascoltate l’indicazione del neonatologo che vi dimette, perché egli valuterà, caso per caso, la strategia migliore.
Ma…Ma…sebbene cambi il tipo di allattamento, non cambiano le caratteristiche dei neonati! Infatti ai bambini allattati al seno si da la possibilità di mangiare a richiesta, non solo come intervalli tra le poppate, ma anche come quantità di latte. Sanno regolarsi. Perché per un bambino allattato artificialmente dovrebbe essere diverso? Perché non dovrebbe essere in grado di capire se è sazio o meno? Ultimamente molti pediatri condividono l’idea che anche i bambini allattati artificialmente debbano avere l’opportunità di mangiare a richiesta. Certamente bisogna essere ragionevoli e sapere che i neonati succhierebbero per rispondere a qualsiasi bisogno: sia esso il sonno, il mal di pancia, il caldo… è il loro modo per tranquillizzarsi. Sta a noi genitori imparare a capirli osservandoli e andando un po’ per tentativi, all’inizio. In secondo luogo il latte artificiale non viene digerito in un’ora come quello materno. Ci vogliono circa 3 ore. Quindi è buona cosa mantenere in generale almeno questo intervallo tra le poppate. Alcuni bambini, soprattutto quelli nati con un peso inferiore ai 3 kg, mangiano poco e spesso. Il mio suggerimento è quello di proporre il biberon al bambino quando manifesta i segni di fame, non prima però delle due ore e mezzo dalla precedente poppata (salvo diversa indicazione del neonatologo). Proporre significa appoggiare la tettarella sulle labbra e lasciare che sia il bambino a prenderla in bocca. Proporre vuol dire estrarre dalla bocca la tettarella durante una pausa della suzione e riappoggiarlo sulle labbra. A volte i neonati continuano a poppare per inerzia, ma in realtà sono sazi. Facendo fare delle pause potrete capre meglio quando è sazio, Inoltre il suo stomaco si riempirà più lentamente e questo lo aiuterà nella digestione. Proporre vuol dire che se finito il latte urla disperato…ne preparate altri 20 ml e riappoggiate sulle labbra la tettarella.
Il segno che state interpretando bene il vostro bambino è dato:
- dalla sua soddisfazione generale. A volte i bambini sono inquieti mentre mangiano perché il loro intestino inizia a muoversi. Altre volte hanno bisogno di eliminare aria dallo stomaco (il famoso “ruttino”). Ma superati questi piccoli disturbi sono tranquilli e dormono sereni.
- dal fatto che non rigurgiti metà del latte a ogni poppata. Questo può essere un segnale che gli state dando troppo latte.
- dal fatto che bagni almeno 6 pannolini al giorno e che cresca più di 125 gr la settimana. In caso negativo, mangia troppo poco. Scresce 400 gr …mangia troppo!
Tranquilli è più facile a farlo che a scriverlo…
La terza grossa domanda di Anna è stata: “quando smetterà di cercare il mio seno? Questa cosa mi fa soffrire!”. Cara Anna, mi hai raccontato come è accaduto che tu abbia dovuto prendere quella famosa pastiglia. So che tu hai provato ad allattare, so che in quel momento eri disorientata e avevi paura. Forse sei stata lasciata anche un po’ da sola a decidere e non ti sono state date molte speranze di riuscire a allattare serenamente. Il senso di aver fallito, di non aver potuto dare il meglio al tuo bambino, pesa come un sasso. Forse le cose sarebbero potute andare diversamente? Forse si, forse no. Forse davvero tu hai dato il massimo. Di certo tu vuoi il bene del tuo bambino e ora non è importante fare bilanci. Ci penserai al prossimo figlio, magari. Ora hai in braccio lui e non puoi dargli il tuo latte, ma puoi nutrirlo ugualmente dandogli amore, contatto, tenendolo contenuto, facendogli sentire l’odore della tua pelle, guardandolo negli occhi e parlandogli. Cerca di dargli il più possibile tu il biberon e di predisporti in un atteggiamento di accoglienza quando lo fai. Cambia il braccio mentre lo nutri, proprio come se allattassi al seno (cerca però di tenerlo un pochino più seduto rispetto a un bambino allattato al seno).
Tu ci sei per lui e questa è la cosa più importante!
Sei d’accordo con me? Come vivi o hai vissuto questi primi giorni?